Nasce a Riva del Garda nel 1983.
Si diploma all’Accademia delle Belle Arti di Bologna nel 2006.
Si classifica secondo al Premio Artivisive San Fedele nel 2014.
Nel 2019 è presente nella mostra Premio Vaf Stiftung presso il Mart Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto e presso la StadtGalerie di Kiel (Germania), ricevendo una menzione speciale della critica.
Nel 2022 il Ferdinand Museum di Innsbruck acquisisce una sua opera per la collezione permanente.
Espone in numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero.
“L’opera si presenta come un unico spazio porticato tripartito, dove le colonne dividono le tre scene mariane. Questo è un ‘espediente’ molto utilizzato nei secoli, basti pensare, per citare soltanto un’opera, al “Convito in casa di Levi” del Veronese (1573).
A sinistra vi trova collocazione l’Annunciazione, a destra la Pentecoste e al centro la Visitazione. Una pavimentazione policroma sottolinea la profondità del loggiato, convergendo il punto prospettico al centro, guidando l’osservatore alla scena della Visitazione – scena, come dagli incontri preliminari, rilevante per la committenza, a significare idealmente l’incontro tra il vecchio e il nuovo.
Nella Visitazione si possono osservare le due figure che si incontrano e abbracciano al centro della composizione, Maria ed Elisabetta. I panneggi colorati evidenziano le due donne stagliandosi anche dallo sfondo. Nel bozzetto si può capire la posizione delle due figure, un gioco di sguardi e mani, ben più evidenti nell’opera finale per via delle dimensioni. Nella volta al di sopra delle figure è raffigurato l’agnello recante il simbolo della Croce. La spazio della volta è raffigurato naturalmente nell’ombra e un bagliore di luce fa emergere la figura dell’agnello come un’epifania.
A destra nella scena della Pentecoste sono raffigurati, attorno alla presenza di Maria, i dodici Apostoli, in atteggiamento di raccolta. Dalla volta, recante un cielo stellato, scende una pioggia dorata a raffigurare la discesa dello Spirito Santo. Gli apostoli sono raffigurati di bianco che, attorniando l’immagine di Maria, vestita di altro colore, risalta meglio catturandone l’attenzione. Di questa scena saranno importanti le mani e i loro gesti, rivolti verso l’alto come per ricevere lo Spirito Santo. Ho scelto di rappresentare le figure inginocchiate.
Sulla sinistra trova collocazione l’Annunciazione. Sono raffigurati l’Angelo e Maria. La figura dell’angelo appare sospesa nell’aria, che arriva dalla luce, raffigurato con un braccio alzato come nelle varie rappresentazioni visibili nella storia dell’arte. La figura di Maria è inginocchiata, con il volto alzato verso la luce dell’angelo, in modo da rappresentare l’accolta dell’evento. Al di sopra delle due figure, a completare questa scena, sulla volta del loggiato ho inserito l’immagine dell’Albero della Vita.
Si trovano così, le tre scene Mariane in un unico grande spazio aperto arioso e luminoso. Nel primo piano quattro colonne reggono i tre archi a sesto acuto, ma ai lati si potrà intravedere la prosecuzione di altrettanti archi, come per proseguire idealmente la struttura architettonica in uno spazio ancora più grande. Le colonne retrostanti sono più numerose e più piccole, per sottolineare ed accentuare maggiore distanza, distanza resa maggiore dalla pavimentazione policroma prospettica. L’idea di questo pavimento, oltre ad accentuare la profondità dell’opera, raffigura dei marmi, una ricchezza solida dei marmi, atti a sostenere tutto l’impianto architettonico e concettualmente i “pilastri” che sorreggono la Chiesa. È in questo loggiato, aperto, luminoso ed aereo che trovano collocazione tutte le figure. Nonostante le volte comporterebbero dell’ombra, al di sotto di questo si trova la luce.
Sullo sfondo, aldilà delle colonne, aldilà delle scene, ho raffigurato il paesaggio locale, visibile frontalmente la Chiesa di Archi. Sullo sfondo sono collocate le montagne e il mare, che uniscono le tre scene in un’unica grande immagine. La montagna, di colore azzurro per accentuare la distanza attraverso la prospettiva atmosferica. Il mare, occupante la fascia intermedia della composizione, reca delle onde, crea movimento nella composizione, è vitale, simbolo di forza. Il mare con le sue onde è l’elemento del paesaggio locale.
Ho scelto di collocare in uno spazio fisico reale la composizione sacra.
Il cielo è anch’esso un elemento importante nella pittura, come la montagna e il mare, è quello che lega ed avvolge l’intera composizione. A seconda del cielo, dei suoi colori, nubi o luci, varia il messaggio. Ho scelto così di dipingere un cielo al momento dell’aurora, rosato, per sottolineare e rappresentare l’idea di nascita, di nuovo giorno. L’osservatore potrà riconoscerne l’ambientazione locale e trovarsi partecipe. Nel bozzetto, volti e mani, elementi fondamentali nella percezione dell’opera, sono accennati ma si possono intuire.” (Trento, 5 febbraio 2025)
“Il mio lavoro solitamente è composto da più tecniche sovrapposte, come le impressioni di alcune parti in camera oscura, per l’idea di “calco di luce”, il disegno e la pittura ad olio.
Nel bozzetto ho scelto di unire l’olio all’acquarello su tela, per mostrare e fare vedere il tipo di materiale nella sua resa.
Ho ipotizzato di lavorare su tela unendo le varie tecniche, per avvicinarsi il più possibile alla mia estetica. Essendo la parete molto grande e alta, l’opera sarà composta da più tele accostate e sovrapposte, in grande formato in modo tale da non averne troppe. Spesso ho lavorato con il grande formato utilizzando tecnicamente l’unione di più tele e telai.
La linea che si crea nel distacco tra una tela e l’altra, a distanza non si vede e per praticità ricadranno tra le colonne che ripartiscono lo spazio. In questo modo si noteranno ancora meno…”
La parete a disposizione della Chiesa è larga all’incirca dodici metri e alta sette, l’opera sarà “impaginata” nello spazio utilizzando proprio il bianco del muro e per rendere esteticamente e visivamente più leggera.
Se il dipinto occupasse l’intero spazio da cima a fondo, si avrebbe percettivamente un senso di pesantezza e claustrofobia. Maggior leggerezza e respiro sono dati dal giusto spazio, come rende ad esempio un passpartout in una cornice. Se si ipotizza come modulo una misura di 2 metri di altezza e 3 e mezzo di larghezza, si avrebbe complessivamente un’opera che misura 4 metri per 10,5, “impaginando” al centro l’opera ottenendo un paio di metri di respiro ai lati e di un metro e mezzo sia sopra che sotto. Questo anche per non avere interferenze visive delle sedute in marmo dell’altare, piante, e l’architrave della struttura del tetto.
L’opera dovrebbe non aver interferenze dal suo ingresso. Per facilitare il lavoro, ho previsto un tempo di lavorazione in studio. I tempi di lavorazione per un’opera di queste dimensioni, sia per la delicatezza dei temi, per la loro importanza, nella cura dei dettagli, occorreranno molte ore di lavoro e mesi a venire. Una volta preparate tutte le tele, sul posto, avverranno il montaggio dei vari elementi su appositi telai che potranno essere spediti tramite un corriere, così anche le tele, arrotolate in un tubo resistente. Il montaggio della tela su telaio può avvenire negli spazi dell’Oratorio assieme ai ragazzi che lo frequentano.
Per appendere l’intero lavoro occorrerà un ponteggio in sicurezza o un braccio elevatore, dei tasselli resistenti ecc. Con un laser si prenderanno le linee per poter appendere in bolla l’opera, per centrarla nella parete e così via. Per questa parte si dovrà tenere chiusa la Chiesa e potrà avvenire in un momento in cui non ci sarà affluenza. Dal punto di vista pittorico, le immagini saranno dipinte giocando anche con apposite sfocature che rendono più misteriose alcune parti pittoriche e percettivamente più visibili. Il dettaglio, in lontananza va a perdersi e confondersi. La sfocatura, la frammentazione del colore va a restituire omogeneità all’intera opera.” (Trento, 5 febbraio 2025)
Martedì: 9:00 – 13:00
Mercoledì: 9:00 – 13:00
Giovedì: 9:00 – 13:00
Venerdì: 9:00 – 13:00 / 15:00 -19:00
Sabato: 9:00 – 13:00
Domenica e Lunedì: chiuso